Le mille strade per Buenos Aires by Valeria Provenzano

Le mille strade per Buenos Aires by Valeria Provenzano

autore:Valeria Provenzano [Provenzano, Valeria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2023-05-10T22:00:00+00:00


7.

Un anno dopo essere arrivata in Uruguay, mi trasformai in un’eroina, o almeno così disse il giornale un mattino.

Mentre camminavo sul marciapiede, un uomo mi superò con una tale fretta che mi sfiorò la spalla e, mentre si girava per scusarsi senza accorgersi che iniziava la strada, non vide un tram che si avvicinava a tutta velocità. Io mi lanciai su di lui e lo tirai indietro per evitare una tragedia e, come in tutti i film romantici che avevo visto al cinema, finii con l’invadere il suo spazio personale abbracciandolo e sfregando contro i suoi baffi.

«Sei cieco o sei scemo?» gli urlò il tranviere scendendo dalla vettura. Mentre mi separavo da lui, gli lessi negli occhi, concentrati sul mio viso, una completa indifferenza alla rabbia di quella voce sempre più vicina. «A quanto vedo non ti è successo nulla, Romeo», continuò il conducente, guardandolo con irritazione. Tornato in sé, con aria perplessa l’uomo rispose: «Romeo? Io mi chiamo Raúl».

«Ah, allora vuol dire che sei proprio scemo», replicò l’altro.

«Mi scusi, signore, non ho guardato, mi dispiace per quello che è successo.»

«Se il problema è questo, che non hai guardato, come si fa ad attraversare la strada così?»

«Pedro», intervenni.

«Rosario, conosci questo idiota?»

«Non l’ha fatto apposta, non ti ha visto.»

Dopo aver rimproverato lo sconosciuto, Pedro, il marito della donna che mi aveva aiutato a salire sulla nave per Montevideo, la mia grande amica Matilde, montò di nuovo sul tram e proseguì per la sua strada. Il povero Raúl rimase stordito, prima dalla paura e poi dal predicozzo, e disorientato dal fatto che il tramviere lo avesse chiamato Romeo. «Per via di Romeo e Giulietta», feci io, una precisazione alla quale lui reagì con un’espressione confusa. Gli spiegai a cosa mi stavo riferendo e lui, sconcertato, sorrise con imbarazzo mentre sembrava cercare per terra qualcosa che aveva perso. «Sei una salvatrice nata, lo sai? Con questa, fanno tre volte», disse. «Tre?» gli chiesi. «Sì, tre: dal tram, dal tuo amico e dall’ignoranza», rispose timidamente.

Raúl veniva dall’interno del paese, era appena arrivato in città e si era perso mentre raggiungeva il posto dove doveva fare un colloquio di lavoro. Ci lasciammo alle spalle lo spavento e i commenti dei passanti, lo guidai fino al luogo che cercava e lo salutai, raccomandandogli di stare attento alla città, come avrei voluto che qualcuno avesse fatto con la Rosario appena arrivata a Buenos Aires, avvertendola che, con la civiltà, a volte si rafforza la barbarie.

«In città non esiste la gentilezza, come in paese», lo avvisai sulla porta dell’ufficio.

«E tu, che ne sai di come si vive in paese?»

«Troppo per mettermi qui a raccontarlo e farti perdere il lavoro perché sei arrivato tardi al colloquio.»

«E se ci vediamo domani me lo racconti?»

«Venti minuti fa per poco non ti investe un tram perché andavi troppo in fretta, e non hai ancora imparato niente?»

«Ho imparato che la vita è breve.»

«Bene, allora fanne buon uso mettendoti al lavoro», ribattei in tono antipatico prima di allontanarmi.

Un paio di giorni dopo, Raúl bussò



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